Calabria arbëreshë: fuori dagli stereotipi – aprile e settembre 2015
A fine aprile e a fine settembre 2015 sono stati realizzati due tour nella comunità arbëreshe di Calabria.
Riportiamo stralci dei commenti dal primo viaggio (presidente M. Bova) e di una partecipante al secondo (Franca Ricci).
29 aprile – 4 maggio
Su iniziativa di alcuni amici di Occhio Blu Anna Cenerini Bova abbiamo effettuato dal 29 aprile al 4 maggio un tour nella comunità arbëreshe di Calabria e nell’ambiente circostante, cioè in quel bacino territoriale, che, al di là di quello strettamente abitato dagli Arbëreshe in provincia di Cosenza, comprende aree ad esso contigue, con cui forma un insieme culturale, economico, naturalistico integrato, di notevole omogeneità. Il territorio da noi visitato si distribuisce intorno ad un asse che, da nord a sud, parte da Morano nel Pollino per giungere fino a Camigliatello in Sila, attraversando i comuni arbëreshe dell’interno e lambendo la costa jonica da Sibari al crotonese. Una Calabria, arbëreshe e non, sorprendentemente viva, proiettata con energia fuori dagli stereotipi tradizionali, verso qualità inedite e competitive, grazie (stupenda sorpresa) alla inattesa presenza tra i nostri interlocutori e negli staff manageriali di giovani preparati, formati in gran numero fuori della Regione o fuori d’Italia, brillanti intelligenze di “rientro” con nuove importanti potenzialità e tanta voglia di cambiamento e successo. E non a caso, proprio con loro , si è parlato di Europa, Albania, Mediterraneo oltre lo Jonio: orizzonti di un futuro di nuove speranze.
25-29 settembre
E anche questo breve, intenso viaggio in Calabria ha operato in ognuno di noi che ne abbiamo fatto parte, un cambiamento di prospettive e atteggiamento nei confronti della comunità calabro-albanese, completamente sconosciuta ai più, e scarsamente conosciuta anche ai pochi che non la ignorano. Nei cinque giorni del nostro viaggio, dal 25 al 29 settembre 2015, abbiamo visitato i piccoli paesi intorno al Parco Nazionale del Pollino da Morano, arrampicato sulla collina, a Civita, a picco sulle Gole di Raganello e il Ponte del Diavolo. E poi Frascineto con le sue icone e le sue bambole, Vaccarizzo con il suo prezioso olio biologico, Macchia dove abbiamo “incontrato” il grande Girolamo Rada. Lungro dove ci ha ricevuti l’Eparca dei cattolici di rito Bizantino. E ancora il Museo della liquirizia, i tessuti di Calopezzati, Castrovillari, Altomonte, Rossano, Palopoli con il suo straordinario Museo della Magna Grecia. Paesi belli, ben tenuti, ricchi di storia millenaria e di cultura tenuta viva con orgoglio e passione dagli abitanti, consci di incarnare lingua e tradizioni uniche. Ad ogni sosta una sorpresa: artistica, naturalistica, gastronomica, un’occasione di riflettere su come e quanto gli abitanti siano protagonisti della loro terra.
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