I vincitori dell’Euro Balkan Film Festival 2024 – Comunicato Stampa
Roma, 13 novembre. Nella serata di ieri, martedì 12 novembre, si è svolta alla Casa del Cinema la cerimonia di premiazione della settima edizione dell’Euro Balkan Film Festival, fondato e diretto da Mario Bova e organizzato dall’Associazione Culturale Occhio Blu, con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero degli Affari Esteri, il Ministero della cultura, la Regione Lazio, Roma Capitale, Italian Trade Agency.
La Giuria composta dalla critica Dina Iordanova (presidente), il critico e direttore artistico Steve Della Casa, la montatrice Esmeralda Calabria, il cineasta Kujtim Çashku e dalla regista Aida Begić ha assegnato i seguenti premi:
MIGLIOR FILM: Do Not Expect Too Much From The End Of The World (Nu as,tepta prea mult de la sfârsitul lumii) di Radu Jude con la seguente motivazione: “Per il suo approccio audace alle questioni odierne che influenzano le vite degli abitanti della regione, per l’intelligente integrazione del materiale filmico di epoca comunista e per l’eccezionale carattere della protagonista”.
Nel film la protagonista Angela guida lo spettatore per le strade e le vite della città di Bucarest, offrendo uno spaccato senza filtri dell’odierna società rumena, al confine tra la satira e lo sperimentalismo.
MIGLIOR REGISTA: Selman Nacar per il suo film Hesitation Wound (Tereddüt Çizgisi): “per l’originalità del suo sguardo autoriale, attento alle difficili scelte che le persone comuni affrontano, dovendo fare i conti con la sottile corruzione di una città di provincia che potrebbe essere una qualunque dei Balcani”.
MIGLIOR ATTORE: Jovan Ginic per il suo ruolo in Lost Country di Vladimir Perisić: “un giovane e promettente attore che ha affrontato, nella sua performance, la disillusione giovanile e l’implacabile pressione dei coetanei con sottigliezza e abilità”.
MIGLIOR ATTRICE: Eli Skorcheva per la sua performance in Blaga’s Lessons (Urotcite na Blaga) di Stephan Komandarev “con cui ha mostrato, in modo convincente, come i valori morali possano sgretolarsi sotto la pressione di una società nel caos.”
A ritirare il premio per l’attrice, Ilia Ltzlozanov direttore dell’Istituto Bulgaro di Cultura a Roma.
Infine, la giuria ha assegnato una MENZIONE SPECIALE alla regista Luàna Bajrami, “per la maturità con cui ha raffigurato le difficili scelte cui le giovani generazioni devono far fronte” in Phantom Youth (Bota Jonë).
La Giuria Giovani Critici Cinematografici composta da Ailen Pasos, Giulia Borges, Mirko Fragalà, Ginevra De Michele e Ilaria Ragni ha assegnato il premio Miglior Cortometraggio e Miglior Regista.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO: The Man Who Could Not Remain Silent (Čovjek Koji Nije Mogao Šutjeti) di Nebojša Slijepčević perchè “attraverso una drammatica storia vera, il regista è riuscito a riportare alla luce in modo brillante un conflitto silenzioso e terribile avvenuto nei Balcani, come il massacro di Štrpci. Ogni elemento del cortometraggio è intriso della tensione necessaria affinchè lo spettatore si senta profondamente coinvolto in questa tragedia”
MIGLIOR REGIA: Bye Bye Turtle (Adieu Tortue) di Selin Öksüzoğlu perchè “la regia intreccia perfettamente l’essenza del racconto, esprimendo appieno l’incontro tra le due protagoniste e le loro solitudini, seppur diverse. La fotografia è avvolgente: tra colori vividi e vaste colline avvolte nella nebbia, riesce a trasportare lo spettatore negli ambienti del cortometraggio, sospeso tra il regno delle emozioni tangibili e quello del metafisico.”
Inoltre, la giuria ha assegnato una MENZIONE SPECIALE al cortometraggio @Tiktok_Cowboy di Anastaseu Ștefan con la seguente motivazione: “L’opera intreccia due mondi che, a prima vista, sembrano non avere nulla in comune: la vita rurale e i social media. Grazie alla convincente interpretazione del protagonista, riusciamo a entrare in empatia con il suo modo di vivere, seguendo la sua storia con un tocco di ironia e leggerezza. Eppure, il racconto non è affatto superficiale: al termine della visione, siamo spinti a riflettere sul divario sociale e sulle culture che popolano il nostro mondo. Pur essendo una storia profondamente balcanica, può rappresentare una realtà universale.”
La Giuria Giovani, composta da Serena Osma (presidente), Chiara Meneghini, Fabio Tufarelli, Ilaria Iannetti, Nicola Quaranta, Francesca D’Alessandro, Sara Spiro, Massimiliano Battistella, Alessandra Magnolfi, Giuseppe Caponio, Cecilia Rebecca Rizzuto, Marco Vinz Pinnavaia, Andrea Stocchi, Marco Agosto, George Luca, Engy Mileta, Tobia Cimini, Roberto Trainotti ha assegnato i seguenti premi:
MIGLIOR FILM: Blaga’s Lessons (Urotcite na Blaga) di Stephan Komandarev perché “è un film completo, che racconta la spietatezza del mercato attraverso lo sguardo di una donna ancorata ai fantasmi del passato con un andamento narrativo sorprendente”
Hanno inoltre assegnato una MENZIONE PER LA MIGLIOR REGIA a Vladimir Perisić per il film Lost Country perché “con una regia impeccabile, Lost Country guida lo spettatore attraverso un viaggio emozionante e viscerale, dove ogni scena è sapientemente costruita per rivelare la profondità emotiva e tematica della storia”
Infine, una MENZIONE PER LA MIGLIOR ATTRICE a Dimitra Vlagopoulou in Animal di Sofia Exarchou per la sua “interpretazione magnetica che coniuga drammaticità, teatralità e performance corporea”
Infine, a Samuel Vargu una MENZIONE SPECIALE DELLA DIREZIONE ARTISTICA per la sua interpretazione nel cortometraggio Four Season (4 Stinet)
di Jonida Koçi e Bujar Alimani per l’intensa e convincente performance nel tratteggiare un profondo dramma sociale contemporaneo.
La settima edizione dell’Euro Balkan Film Festival si è svolta dal 6 al 12 novembre a Roma, organizzato dall’associazione italo-balcanica Occhio Blu – Anna Cenerini Bova. L’evento ha promosso ancora una volta il dialogo culturale attraverso il cinema, favorendo l’incontro tra giovani cineasti italiani e balcanici, sostenendo così lo sviluppo culturale e l’integrazione europea. Quest’anno il festival ha presentato film da diversi paesi balcanici, tra cui Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Turchia, Montenegro, Macedonia del Nord, Grecia e Kosovo, portando a Roma il miglior cinema di una regione spesso associata ai conflitti degli anni Novanta e poco conosciuta. In risposta a un crescente interesse per il dialogo intraeuropeo, il festival ha cambiato nome in “Euro Balkan Film Festival”, sottolineando l’importanza della comune eredità culturale tra i Balcani e l’Europa. Il cinema si è confermato nuovamente un importante strumento di narrazione storica, in particolare per i Balcani, dove ha sfatato l’isolamento culturale e politico dell’ex Jugoslavia, ottenendo riconoscimenti internazionali.
Parallelamente ai film in concorso, ci sono stati 6 i focus in questa settima edizione: cinque comprendevano i film fuori concorso (Uomini Contro di Francesco Rosi; Teatro di Guerra, di Mario Martone; Italianesi di Saverio La Ruina; Il generale dell’armata morta di Luciano Tovoli; il film collettivo I ponti di Sarajevo; Silence of reason di Kumjana Novakova) e uno, la società dei giovani, ha presentato il concorso dei cortometraggi. Tutti i focus spaziavano, tematicamente, tra memoria e identità, esplorando la contaminazione del cinema con altre forme d’arte.
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