Il mio zio italiano, Liceo Vivona – 22 gennaio 2019
Il 22 gennaio 2019 nell’Aula Magna del Liceo Statale “Francesco Vivona” di Roma, è stata messa in scena la lettura drammatizzata di “IL MIO ZIO ITALIANO”, basata su una storia vera.
Il racconto, scritto da Eliza Çoba, è basato su una storia realmente accaduta ai familiari dell’autrice. Gli alunni hanno assistito con interesse al racconto un evento privato avvenuto in un periodo tra fine della II Guerra Mondiale e i giorni nostri ed ambientato in Albania, una nazione poco conosciuta ai più, ma di fatto così vicina.
Lo spettacolo è stato diretto dal regista Ottavio Costa che ha coniugato le immagini di repertorio con il testo interpretato con intensità dall’attrice Anita Pagano. La lettura è stata intervallata dagli interventi musicali dal vivo del soprano Ana Lushi, che hanno offerto un assaggio della musica tradizionale albanese.
In preparazione allo spettacolo la prof.ssa Elisa Copponi, docente di storia e filosofia, ha guidato gli allievi ad approfondire il periodo storico del racconto.
Inoltre, come suggerito da Eliza Çoba (autrice dell’opera) e Simonetta Ceglie, entrambe membri dell’Associazione “Occhio Blu Anna Cenerini Bova” e promotrici dell’iniziativa, l’introduzione allo spettacolo è stata affidata a due alunni, Riccardo Cecilia e Matteo Guacci, che hanno presentato ai compagni la documentazione sulla storia e la geografia dell’Albania raccolta nei giorni precedenti, Con questa iniziativa è stato costruito un ponte sul quale i giovani romani del Liceo Vivona hanno incontrano persone venute da lontano.
Da questo incontro fatto di sguardi, emozioni e comunicazione, i ragazzi hanno scoperto che nessuno è così lontano come sembra. Hanno scoperto che l’altra gente al di là del ponte, è molto più vicina e affine di quanto loro immaginassero.
Tutti si sono incamminati, e poi in un giorno fortunato, si sono incontrati.
Il mio zio italiano di Eliza Çoba
Lettura scenica di Anita Pagano
Con la partecipazione di Ana Lushi soprano
Regia di Ottavio Costa
Aiuto tecnico Paolo Andriuoli